Cimbergo – storia di falesie troppo inclinate ma soprattutto di quel periodo in cui ho capito che stavo invecchiando

L'autunno è quasi sempre così, è quella stagione in cui si ripuliscono le camme dei friend, li si sistema per bene come dei gioielli preziosi e si torna a fare il conto con i vecchi nemici: il trave, insindacabile giudice di quanto l'estate porti via ogni massimale che nel mio caso però per fortuna è sempre stato basso e le falesie, quel luogo ameno dove il gesto atletico viene ripulito di qualsiasi altro suo connotato, lasciandoti solo quella manciata di scuse ridicole che ricicli a turno "c'è umido" "fa freddo" "ieri ho bevuto" "mi fa male un gomito" "mi fa male l'osso sacro che lo so che non c'entra nulla con la scalata ma che cazzo".

Picos de Europa – sono state delle vacanze bellissime

Gira voce che gli eschimesi abbiano circa 99 parole per identificare la "neve". Nelle Asturie invece hanno una parola specifica per identificare una nebbia fittissima che non è pioggia ma nemmeno non lo è, che sale dall'oceano e bagna tutto ciò che incontra fregandosene ovviamente delle tue ferie. Si chiama Orbayu. Cosa dovevamo quindi dedurre da questa cosa? Che se si son scomodati di chiamare con un nome specifico una nebbia, evidentemente quella roba è molto comune.

L’arrampicata è uno sport di merda

Chiunque scali lo sa, l'arrampicata funziona più o meno così: più che "meglio un giorno da leoni che cento da pecora" direi "almeno c'è un giorno da leoni ogni mille da pecora". Poi spesso "da leoni" è un parolone, ma ci si accontenta presto. Per ogni soddisfazione che ti prendi sai che te la dovrai far bastare per un po' perché il menù base solitamente prevede pane e frustrazione. Cosa sto facendo e perché non ho aggiornato il sito con mirabolanti scalate e vioni estivi? Semplice, non ne ho fatti. Facciamo un passo indietro, anche due.