Guide

Andare in montagna, per me, è qualcosa di più del semplice scalare: quei posti sono portatori di una cultura e di una storia che non conoscere, ai miei occhi, rende piuttosto povere le esperienze anche più significative. Da quando ho iniziato ad andare in montagna ho iniziato a leggere ed informarmi sulla storia dei luoghi, delle vie, dei personaggi. Riuscire a ripetere una via consapevoli della sua storia arricchisce molto il percorso che si fa, inoltre avere maggiore consapevolezza di quante diverse cose significa l’alpinismo permette di avere anche un bel ventaglio di scelte per le proprie salite, gusti e figure di riferimento. Ogni volta che qualcuno mi citava e mi cita un personaggio di cui non so nulla o una via che non conosco, è come la testa dell’Idra: spuntano mille nuove cose da sapere.

Sono tante le guide che ho comprato (Versante Sud potrebbe anche sponsorizzarmi dato il livello che ho, non capisco dove sia il problema) anche se vorrei arricchire la libreria con Alpine Ice, Arrampicare in Svizzera, ho un buco nero sulle Dolomiti e mi manca qualcosa sul Bianco. Molte mi piace sfogliarle e sognare vie che probabilmente non farò mai, altre sono proprio di uso e consumo settimanale, comunque sia credo che la montagna e l’alpinismo sia anche diventare custodi del suo bagaglio culturale e provare a trasmetterlo.

Dato che una delle cose che mi chiedono spesso è “ma come hai fatto a fare tutte quelle salite e vedere tutti quei posti se scali da così poco?”, vi lascio qui parte degli ingredienti che rispondo a questa domanda: la mia collezione di guide! Gli altri ingredienti comunque sono che sono un’ossessionata fulminata e dedico gran parte del mio tempo libero a questa passione e evidentemente…anche gran parte delle mie risorse economiche! Considerato che poi scalo male, faccio ghiaccio peggio e scivolo a valle più che sciare… si vede che la passione è maggiore della frustrazione!

Tra le cose che mi fanno drizzare i peli ci sono i congiuntivi sbagliati e la gente che non conosce le principali vie della Valle. Più che una guida, direi una Bibbia. Sarebbe da leggere e sfogliare anche solo per farsi una cultura generale alpinistica su uno dei posti più magici delle Alpi! Non mi è ancora capitato di non trovarci dentro una via che stavo cercando e le relazioni, spesso sintetiche, mi risultano però sempre chiare. Inoltre è un cassetto che letteralmente contiene numerosi dei miei sogni, che mi fanno ghisare anche solo a leggere le relazioni!

Chiaramente non so scalare in fessura, però a differenza delle placche che mi riescono ancora meno e mi affascinano…ancora meno, le fessure colpiscono una mia corda debole; sono pur sempre laureata in architettura! Le geometrie delle fessure mi fanno sbavare come una lumaca e poco conta che non sia considerata un’arrampicata elegante: un imbrago pieno di friend, un solco perfetto nella roccia, un po’ di incastri e la felicità è rendersi conto di essere felici con così, apparentemente, poco.

“Non è proprio voglia di morire, è più…voglia di trad e posti isolati!” La Val Grande risponde perfettamente a questo perverso desiderio che una volta mi ha portata ad staffare su un microfriend ripetendo “Seta di Venere”. La zona mi sembra tutta la esplorare e le pareti sono (per il mio gusto) esteticamente quasi perfette. Diciamo una Valle dell’Orco meno frequentata e forse un po’ più duretta!

Sicuramente la guida che ho usato più spesso, essendo alpinisticamente lecchese (anche se vivo a mezz’ora da Lecco). Una raccolta, alla data di pubblicazione, completa, delle falesie di Lecco, Como ed Erba. Insomma, un jolly col quale rispondere alla domanda “ma dove andiamo in falesia domani?” e incrociare variabili tipo “in ombra, avvicinamento sotto i 30 minuti, gradi scalabili, paninaro, gente simpatica, venticello top che mi fa stampare qualcosa in questa grama vita in cui non sto su nemmeno con l’attack”.

Quando arriva l’inverno c’è sempre Finale, posto con i gradi (di temperatura) sempre alti e i gradi (di arrampicata) sempre stretti! Siccome son liguri chiaramente son tirchi con gli spit perciò a Finale ci si va solo con l’autostima in una botte di ferro e pronti a mandare tutto in vacca e darsi a focaccia e birrette, che mi pare un posto adatto!

Guida usata pochissimo (perché sono una capra) che ricopre l’area della Val Chiavenna ed Engadina: principalmente concentrata su falesie, ha però una buona selezione delle vie lunghe della zona. Sarà anche ora di andare a scalare al Precipizio di Strem missà…

Non so se considerarlo più libro o più guida, direi un buon mix! Scritto da Michele Cisana, contiene un’antologia di vie più o meno famose tra il Lecchese e le Orobie. Lo consiglio soprattutto per le numerose idee e chicche che mi ha regalato, un libro davvero ottimo per farsi ispirare!

Possiamo definire la mia propensione alla montagna come “caparbia”, nel senso che non mi demoralizzo a far schifo in una cosa, no, io faccio schifo a sciare, a scalare e pure su ghiaccio. Faccio schifo pure sui sentieri, i vecchietti mi danno le pacche sulla spalla e mi dicono “manca poco dai”, senza che io abbia chiesto nulla! Però questa è la principale guida che, messa a sistema con Onice reparto scialpinismo, mi aiuta a decidere dove andare a rotolare a valle riempiendomi le chiappe di lividi e i quadricipiti di ghisa.