Avete presente la scena di Leonardo Di Caprio in The Revenant, quando rincorso dall'orso cade giù dalla scarpata nella neve e da lì, sanguinante e moribondo, si trascina gattonando verso una salvezza che gli ha portato un Oscar direi più alla carriera che, si spera, per quello schifo di film? Ecco, sono le 18.30 di sera, buio pesto e mentre mi trovo a gattonare nella neve penso che almeno io non vengo inseguita da un orso. Poi mi ricordo che sono in Dolomiti di Brenta, una delle zone con maggior concentrazione di orsi quindi mi taccio, cerco di gattonare più velocemente che posso e penso che ci son tante cose in questo momento che potrebbero andare peggio. Tipo potrebbe esserci vento. Oppure mi si potrebbe rompere lo zaino mentre cerco un paio di guanti seri e asciutti e non queste schifezze di sottoguanti buoni solo per bere il vov alla funivia, ormai fradici e congelati. Ah no aspetta, lo zaino invece si rompe, come non detto. Gli orsi invece sono in letargo, ma valla a sapere col riscaldamento globale e poi vorrei vedere voi, in quella situazione, se non iniziate a pensare a tutto ciò (di altro) che può andare male.
Mese: Gennaio 2022
Sardegna – posti in cui non vai, ma torni
Quando ritorno a casa ripongo l'ennesima bottiglia di mirto tra i pochi superalcolici che possiedo. Saranno sì e no dieci bottiglie in totale, un rhum che arriva da Cuba, delle bottiglie di sakè prese in Giappone (che poi mi chiedo perché mai le ho prese, dato che mi ha fatto schifo il sakè anche nella sua terra d'origine) e la bellezza di quattro bocce di mirto, pure buone. Che se uno non lo sapesse, tra il fatto che faccio Chifu di cognome e il mirto che ho, ci sta pure chiedermi se sono sarda. ontinuità territoriale, ma considerato che l'Italia ancora non vuole riconoscermi nemmeno la cittadinanza, mi limiterò a collezionare mirti e parlare con accento milanese, dicendo agli estranei ai quali non ho voglia di raccontare la rava e la fava che sì, io e la Cannalis siamo le uniche due sarde alte più di un metro e un biscotto, sì, va bene.